Le rivolte nord-africane, degli indignatos spagnoli, le esplosioni di rabbia londinesi, le proteste degli studenti cileni, sono espressione evidente dell'insofferenza crescente verso un sistema malato, che produce benefici per pochi (banche, multinazionali...) e precarietà per molti e che individua nello smantellamento dello stato sociale, nella privatizzazione dei beni comuni, della compressione dei diritti, nella militarizzazione dei territori e nelle guerre pseudo umanitarie, le uniche vie di uscita dalla crisi.
La costante di queste rivolte è rappresentata dall'emergere del protagonismo diretto di migliaia di giovani precari e studenti, che hanno deciso di dire basta a politiche disegualitarie e classiste, di riprendersi il proprio futuro e pretendere il rispetto dei propri diritti..
La stessa università, in linea con l'ideologia dominante per cui tutto è flessibile e soggetto alle leggi del profitto, si pone in maniera strumentale rispetto al mercato e ai privati, divenendo fabbrica volta a produrre forza lavoro precaria e ricattabile, dove i diritti vengono trasformati in servizi, restringendo le possibilità di accesso ai pochi fortunati che possono permetterselo.Il nostro fine deve essere quello di organizzare un vasto fronte di opposizione che unisca studenti-lavoratori-disoccupati e tutti quegli altri settori della società civile in cui sussistono forme odiose di sfruttamento e di declassamento, che non si limiti a fare opinione o ad apparire ma che sia in grado di svolgere un parte attiva partecipata ed “alternativa” all’interno di questo sistema.
Non Somos Mercaderia En Mans De Politics I Banqueres!!!